Seguici su:

65 anni fa...66 anni fa...

“All’inizio di un nuovo anno, il 66^ della sua Storia, il Gruppo Sportivo Virtus vuole focalizzare l’attenzione ancor più che in passato sulle idee, sulle iniziative, sulle azioni, sulle risorse umane, soprattutto di nuova generazione, che possono produrre i frutti di continuità auspicati.

A tal proposito ci è sembrato quantomai attuale e beneaugurante questo bellissimo scritto di Nicola Palladino del Marzo 1985; per questo ci piace riproporre il suo messaggio ai nostri ragazzi, alle persone che operano con noi, a quanti vogliono accomodarsi con noi in carrozza.”

25 anni fa...26 anni fa...

Un gruppo sportivo è valido se resiste nel tempo, ma soprattutto se riesce a caratterizzare il tempo nel quale opera. La Virtus ha una lunga attività alle spalle, ma non si sente “arrivata” e ne ha di spazio da percorrere. 

La dignità e la credibilità di un gruppo sportivo, come di qualsiasi altra istituzione, è legata non solo alla capacità di resistere nel tempo, ma soprattutto di caratterizzare il proprio tempo. Accumulare compleanni e candeline per acquisire anzianità di servizio e sentirsi giustificati solo dal fatto di essere vissuti è come andare in stazione, staccare il biglietto e non salire mai sul treno.

Una società sportiva va misurata per i segni che produce nella sua storia, per i suoi messaggi e le sue idee, per i falò che accende e che illuminano l’avventura e la speranza dei ragazzi che incontra nel suo viaggio.

La Virtus è sui binari da una vita, non si avverte mai arrivata, ha bisogno di sentirsi in viaggio. Una cometa che non annunzia sinistramente la fine di un regno o calamità ed accidenti, ma è, da sempre, epifania di progetti nuovi nello sport, di proposte alternative, di assalti alle diligenze che trasportano tiranni, mercanti, cieco conformismo e culto ottuso delle ossa. 

Oggi più che mai è figura conflittuale. E’ molto amata e molto odiata. Ed è scomoda anche a chi se ne invaghisce. Perché compromette, chiede di partecipare, non s’accontenta di presenze, vuole lotte da vivere, combatte ogni mutismo morale. Un fiume in piena che fra le sponde del suo passato e del suo futuro nulla dimentica, ma è pronta ad abbracciare con spirito profetico il nuovo.

Ho un’immagine particolarmente cara di questa società, dei suoi atleti, dei suoi campioni, dei suoi dirigenti: sembrano ancora come semi dentro la zolla. Lo spirito è quello antico, con l’odore delle piccole cose, quello con cui nacque, impertinente ed indocile, ventisei anni fa e che ad ogni stagione si rinnova con la semina di nuovi sogni da realizzare: prego, Signori, accomodarsi in carrozza, Virtus sta per partire…