In un momento particolare per il nostro Gruppo, con i vecchietti acciaccati, con le tante anime delle diverse generazioni che per fortuna non mollano e che ancora tanto vogliono fare per il nostro Gruppo, ad inizio del periodo delle vacanze che per la Virtus ha sempre significato montagna, ci sembra bello riproporre uno scritto di Franco Passarella pubblicato sul libro dei 60 Anni: Compagni di cordata
…poi venne il grande giorno, un sogno per me, la prima ascesa di una cima, il Monte Meta a 2242 m. s.l.m. Il condottiero era il grande Leo Leone, il fondatore del nostro sodalizio Virtus, con il suo classico cappello, bastone e camicia quadrettata. Mi disse “mettiti tu avanti, conduci tu il passo, hai un ritmo costante e regolare”. Ragazzi che fierezza!
Quell’esperienza sul Monte Meta mi aveva affascinato. Gli anni successivi sono stati un susseguirsi di esperienze fuori e dentro la Virtus, da solo ed in gruppo, in regione e fuori regione, che mi hanno portato ad acquisire una buona conoscenza dell’escursionismo e della montagna. Da molti anni rispondo sempre presente agli appuntamenti Virtusini in montagna come organizzatore e accompagnatore nelle escursioni.
Rispondo sempre presente perché penso che la Virtus e la Montagna vanno a braccetto, e sono legate, come “compagni di cordata”.
La Virtus ha scelto la montagna come accostamento ai suoi ideali di inseguire i sogni.
La montagna ti mette alla prova, “devo farcela”, devo arrivare in cima e per arrivarci devo superare quel sentiero impervio. Ci vuole coraggio e voglia di crescere, è una sfida con sé stessi, come quando bisogna attraversare i sentieri scoscesi e le alte staccionata delle difficoltà della vita.
La montagna unisce e trasmette condivisione; a volte in montagna su ghiacciai e pareti di roccia difficili si sale in cordata, cioè i componenti del gruppo sono legati con corda, nodi e moschettoni.
Quando si è legati insieme si condividono paure, errori, delusioni, realizzazioni di mete o di progetti, un errore di uno può compromettere la caduta di tutti, ed è qui che ognuno dà consigli per non cadere insieme, ognuno può consigliare e chiedere consigli, ognuno è angelo custode dell’altro senza pressioni e competizioni. Quando la cordata è affiatata ci si capisce al volo, basta uno sguardo o un gesto, si instaura una simbiosi che potenzialmente può durare per sempre.
Gli ideali Virtus-Montagna sono comuni, c’è un legame strettissimo per la realizzazione di un sogno attraverso un’idea ed un progetto. I sogni della Virtus si avverano solo se ci si sente coinvolti come compagni di cordata, sui campi di gara, negli allenamenti o intorno ad un tavolo per l’organizzazione della Su e Giù, delle Virtusiadi o qualsiasi altro evento messo in cantiere dalla Virtus.
Voglio dedicare questi pensieri e ricordi a tutti i ragazzi e atleti della Virtus e che possano raccogliere quest’ultimo messaggio. Inoltre voglio dedicarli a Leo e Nicola che sono stati e rimarranno sempre i nostri compagni di cordata, direi i trascinatori.
Ogni volta, alla fine di ogni esperienza Virtusina in montagna intoniamo “Il Canto dell’Addio“: È l’ora dell’addio, fratelli, è l’ora di partir…. Sono convinto che Nicola e Leo, mentre cantiamo la canzone, ci ricordano sempre che l’addio non è un addio, ma un arrivederci e ci invitano a formare una catena con le mani nelle mani, a unirci e stringerci l’un l’altro. Come compagni di cordata prima di partire, con le ali ai piedi e i sogni nel cuore.