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di Roberto Palladino

Volare negli orizzonti infiniti della fantasia, senza il timore di perdersi o di precipitare, è privilegio dei bambini. Sanno che in quegli spazi gli adulti non potranno accedere e interferire. Che volino, quindi, il più lontano e a lungo possibile. Lasciamo che ne godano fino in fondo l’ebbrezza. Non soffochiamoli con le nostre ansie e, ancor più, con le nostre aspettative. Facciamo in modo che si sentano tanti Peter Pan e che volteggino il più a lungo possibile sulle ali della loro favoleggiante vita di sogni. Tanto, via via che si sollevano i veli dell’ignoto, la fantasia s’impoverisce. Sarà il tempo, inesorabile, a indurli, prima o poi, a toccare terra. Affioreranno preoccupazioni, timori, responsabilità e i voli si ridurranno a salti per poi diventare corsette … e quindi… passi.

L’innocenza è la peculiarità della felicità nella sua accezione più genuina. Conservarla è privilegio di pochi ed anche di chi, inconsapevolmente, ha l’opportunità di condividerla. E va difesa e sostenuta con determinazione. La Virtus, con i suoi rappresentanti più autorevoli: Padre Renato Valenti, Aniello Renga, Luigi Zorzan, Luciano Levri, Leo Leone, Nicola Palladino, ne ha fatto il caposaldo dell’obiettivo dei ragazzi.

Fra qualche giorno, il 15 di maggio, ricorre il quindicesimo anniversario della morte di Nicola. Senza nulla togliere agli altri menzionati e a chi sta tutt’oggi ancora operando, la sua figura accarezza con dolcezza la mente di chi ha avuto la fortuna di affiancarlo. Affabulante, è stato un pifferaio straordinario capace di catalizzare costantemente attorno a sé nugoli di ragazzi attenti a seguirne ogni sollecitazione. Nicola ha rappresentato la stella cometa di gran parte della comunità molisana. Generoso e colto, manifestava nello sguardo la purezza che è tipica di quei bambini a cui ha dedicato tutta la sua esistenza. Una sera, in piena crisi di salute, mi confessava che, nonostante tutto, si sentiva felice per aver avuto una bella famiglia, tanti amici ed era stato sempre attorniato dai giovani di cui ne aveva condiviso i sogni. E, come loro, i ragazzi che non riescono a concepire ed elaborare l’idea della morte, è rimasto aggrappato alle ali della fede e della fantasia con una temerarietà straordinaria dando concretezza all’epitaffio, “Mai nel cuore degli uomini vi siano sentieri di resa”, che campeggia nell’impianto di atletica leggera del capoluogo molisano, a lui dedicato.