Sono le radici a dar forza alla pianta
Abbiamo vissuto a fine inverno di quest’anno una serie di giornate asfissianti per una stagione meteorica che non ci scorderemo. Da piogge scroscianti e nevicate ventose che hanno piegato, e sradicato anche alberi di ogni portata. Anche quelli che avevano un’età e una robustezza decisamente assicurata alla resistenza di bolidi atmosferici.
Ma qualcosa abbiamo appreso da questa tempesta che ha investito foreste, siepi, ma anche strade e sentieri di campagna e non solo. Ne abbiamo assunto un quadro di disordine caotico e di danni che hanno colpito piccoli e grandi centri popolati nell’intera Italia e anche altrove.
Gli eventi atmosferici di questi giorni mi hanno riportato alla lunga storia del Gruppo Sportivo Virtus e mi hanno sollecitato a rileggere le pagine del primaverile libro di Nicola Palladino “L’eccezione alla regola” che ricostruisce la lunga storia di questa creatura che continua a vivere in terra di Molise, in tempi di una crisi atroce che non dà quiete a nulla e a nessuno. Nella pagina conclusiva riportata in copertina, che ritroviamo ancora di grande attualità, Nicola rileva intanto che la Virtus non è nata per caso o per far clamore: “La proposta è offrire un’attività che raccordi i valori distintivi dello sport con quelli dell’etica quotidiana, all’interno di un’associazione dove gli iscritti condividono esperienze che, dal piano puramente agonistico, producono anche attività sociali e culturali.”
Queste sue parole ci sollecitano a riscoprire le radici del nostro gruppo sportivo per ridare a noi stessi e alle nuove generazioni segnali che ci riportano ad un passato che può tranquillamente aiutarci a reggere le tempeste anche dilaganti.
Riscopro io stesso alcune pagine di tempi lontani riguardanti i primi anni della Virtus. Siamo al secondo anno di vita, il 1961, e nel mio diario personale ritrovo alcuni passaggi che ancora oggi segnano la nostra attività: “Scopo: attirare i giovani con lo sport per divertirli sanamente e formarli alle virtù umane e cristiane”. Risultato: buono dal punto di vista sportivo. Discreto per il resto……Sono risultati alla fine dell’anno circa quaranta iscritti con tessera. La vittoria di un campionato provinciale di calcio del CSI ne ha accresciuto il prestigio.”
A seguire arriviamo al 1962-63: “L’attività sportiva di molto accresciuta, specialmente nel campo dell’atletica leggera ha creato un notevole aggravio nel lavoro e nell’organizzazione. In primavera si sono avuti tre campionati di calcio e una fervidissima stagione di atletica leggera quasi contemporaneamente….Ci è stato assegnato il 1° Premio C.O.N.I per la provincia di Campobasso e la medaglia d’oro al nostro presidente.
Ad integrare l’attività sportiva si vivevano esperienze di gruppo di rilievo che ancora oggi rilanciamo nel periodo estivo. Allora l’estate vedeva la Virtus trasferirsi in Val Fondillo, nel parco nazionale d’Abruzzo-Molise nel territorio di Opi, un paesino che continua ad alimentare il turismo in una zona geograficamente ricca di beni naturali. Il campo estivo, si svolgeva ogni anno con l’utilizzo di tende ed efficaci attrezzature da campeggio,escursioni e altri spazi di servizi. Avevamo sviluppato un rapporto di intesa con le guardie forestali e con le strutture del parco; ricordo gli incontri stupendi dei bivacchi serali,intorno al fuoco all’aperto dove si discuteva della giornata trascorsa evidenziando aspetti positivi e difficoltà con intervalli di canto corale, di scambio di idee e di programmazione su scalate ed escursioni e, da ultimo, per tracciare il programma del giorno seguente. La domenica conclusiva giungevano a Val Fondillogenitori e familiari dei partecipanti che provvedevano anche alla celebrazione dell’evento con la preparazione e il festeggiamento in un pasto contornato di canti e di giochi.
Questo sport che prosegue ancor oggi con momenti di escursionismo in montagna, occasioni di festa comunitaria e campi estivi condotti da chi a quei tempi li viveva da bambino, confermano il punto di riferimento di questa storia: sono le radici a segnare il futuro della pianta. La Virtus ha sempre coltivato uno spirito di gruppo inteso come compartecipazione, socialità aperta, sostegno reciproco e anche impegno nell’assumere compiti e responsabilità.
Quando si saliva in montagna sui monti della catena abruzzese o delle Mainarde, edi molte altre ancora, scattavano le regole che ci avevano passato gli stessi boscaioli guardiani del parco d’Abruzzo/Molise; del tipo: “quando si va in montagna nel gruppo non si fa la gara per arrivare primi alla meta, anzi ci si mette tutti sul ritmo dello scalatore più giovane o più debole”. Lezioni di vita che hanno segnato la crescita dello spirito di gruppo nella Virtus che è andato rafforzandosi col tempo e coincide perfettamente con uno dei principi etici più significativi dello sport come educazione: lo sport è competizione ma anche solidarietà e sostegno reciproco, come pure rispetto delle regole e autoeducazione e sforzo di migliorare le proprie fragilità e la strategia di tradurre in concreto, come avviene nel gioco, l’onestà e la schiettezza di un impegno volto al risultato ma senza ricorrere all’inganno o all’uso di sistemi e strumenti diseducativi.
Tra gli altri testimoni di queste lezioni a quei tempi figurava la figura di un sacerdote che ha costituito una delle pietre miliari del G.S. Virtus, P.Renato Valenti, che ha proseguito nell’ impegno fino ad un’età piuttosto avanzata.
Ricordare la storia autentica del passato non significa lasciarsi prendere dalla nostalgia ma rilanciare per le nuove generazioni esperienze e valori che ci hanno fatto crescere. Anche per questo la Virtus continua ad operare e i suoi atleti e dirigenti sono disponibili all’impegno e aperti agli incontri comunitari che si svolgono in tempi anche scomodi per l’intero anno. Sono le radici profonde che alimentano la vita e la solidarietà al nostro interno.
Leo Leone
23/03/2015