31^ Su e Giù - 2004

2004 – Predestinati di successo

Non vorrei assuefarmi all’idea che la Su e Giù, la grande mano in città, e sulla città richiama l’attenzione di migliaia di persone, molte delle quali da fuori confine, abbia la predestinazione al successo. Sempre e comunque.
Non vorrei assuefarmi perché è un rischio che alla lunga appiattisce l’incanto e la suggestione di questa idea dei fratelli Palladino e dello staff della Virtus che l’hanno concepita, cullata, e quindi fatta crescere fino a raggiungere cifre e risultati di assoluto rilievo.
Vorrei ci fosse un folletto, un qualcuno, un qualcosa che mettesse in forse ciò che tutti diamo per scontato: un nuovo record di partecipazione, un nuovo primato, un nuovo modo di incantare la platea cittadina e molisana. Ciò perché, come dicevo, il rischio di assuefazione (al successo) è quello che più preoccupa.
In tutte le cose. Lascia cadere il dato di imponderabilità che, da qualunque punto di vista lo si consideri, fa in modo che la vita sia sempre più varia e, possibilmente, più bella. M’illudo.
Anche questa edizione sarà perfetta, impareggiabile, densa di perfezione organizzativa e di motivazioni.
A proposito: le motivazioni!
Hanno fatto e continuano a fare grande questa manifestazione podistica. Averla legata di volta in volta ad un tema sociale, economico, culturale è stata una mossa di straordinaria intelligenza perché ha spostato il segno sportivo su un piano parallelo: quello dei sentimenti (sempre) e della ragione (spesso).
Questa edizione accoppia Sport ed Arte: due pilastri della esistenza umana. All’apparenza contrapposti, ma sostanzialmente univoci, perché lo sport allena il corpo e l’arte lo spirito. Il cerchio è chiuso.
E mai come quest’anno gli eventi culturali hanno preceduto, quasi l’avessero fatto apposta, il vero unico evento sportivo dell’anno: la Su e Giù.
Mi riferisco alla vicenda che ha visto un grande artista molisano, lo scultore e pittore Gino Marotta, al centro del dibattito politico ed istituzionale. Dapprima ingaggiato dalla Provincia di Campobasso e poi lasciato cadere. Successivamente ingaggiato e messo in condizione di collaborare dal presidente della Giunta regionale che lo ha chiamato affianco a sé per essere consigliato ed assistito in tutte le manifestazioni dell’Arte che possono avvantaggiare il Molise.
Ne più né meno ciò che con la Su e Giù i fratelli Palladino e la Virtus fanno sul versante sportivo.
E non solo Marotta. Anche Domenico Fratianni, altro pregevole artista molisano, proprio in questi ultimi mesi ha aggiunto un altro riconoscimento alla sua opera che spesso, anzi spessissimo, è sconfinata nella testimonianza e nella rappresentazione del gesto sportivo.
Bastano questi due “accidenti’ ad aggiungere sapore a questa edizione che celebra se stessa e l’Arte. E, non ho dubbi, l’ennesimo successo è di critica e di pubblico. Prosit.
Adalberto Cufari

 
 
 

 

2004 – La magia della Su e giù

Indossai il pettorale n. 1135 abbracciandolo al petto con piccole spille da balia. Minacciosi nuvoloni sfidavano un tiepido cielo novembrino mentre si alzava da terra un pulviscolo ruggine raccolto dal palmo del vento e poi, dalle sue dita, accompagnato nell’aria.
Difficile odor di autunno tra i recenti fumi delle castagne al fuoco e gli umidi odori delle pannocchie lessate sotto lo sguardo della dea Flora. La città sembra addormentata se non fosse che un colorato fruscio cala dall’alto invitando ad alzare lo sguardo per gustare centinaia di bandierine gialle e blu che “linguettano” allegre verso i sommessi colori autunnali. Poi dallo sguardo all’udito ed un vocìo attira l’attenzione, par quasi che persino la dea Flora allunghi lo sguardo per giungere in fondo ai piedi del lungo corso.
Molteplici bandierine “linguettano” stavolta a terra frenetiche e serene nel loro affaccendarsi.
10.100…1000, lo sguardo non le tiene, talmente tante, talmente diverse…e lì si srotola l’arcobaleno della SU E GIU’: i puri ed intelligenti colori dei bambini, la sana bellezza degli adolescenti con il loro frenetico chiacchierio, la vanitosa presenza delle donne, i caldi colori delle mamme con la loro tranquilla armonia, i precisi contorni degli atleti accompagnati dalla saccente umiltà che lo sport gli insegna, i saggi capelli bianchi e la pacata mestizia dei nonni, lo spiritoso abbaiare dei cani che per l’occasione vestono orgogliosi il loro panciotto, il più bello.
Tutti raccolti, che paiono come tanti palloncini trattenuti dal pugno di un bambino che li guarda spingersi verso l’alto tesi verso il cielo.
Mi infilo tra di essi.
Poi d’un tratto le dita della piccola mano sbocciano, e prima uno, poi l’altro poi un altro ancora cominciamo a volar via, il fascio di palloncini si dirama nell’aria in un’esplosione di colori che invade ogni angolo, il bimbo ci guarda e comincia a correre tra le emozioni della giornata.
L’aria si è stemprata, un prepotente raggio di sole fa capolinea come ogni anno illuminando un percorso di mille colori, di mille emozioni, di mille bellezze, tenute strette ed unite nella pur nostra diversità dalla magia della SU E GIU’.

 

Palmiscieri Barbara

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