Non vorrei assuefarmi all’idea che la Su e Giù, la grande mano in città, e sulla città richiama l’attenzione di migliaia di persone, molte delle quali da fuori confine, abbia la predestinazione al successo. Sempre e comunque.
Non vorrei assuefarmi perché è un rischio che alla lunga appiattisce l’incanto e la suggestione di questa idea dei fratelli Palladino e dello staff della Virtus che l’hanno concepita, cullata, e quindi fatta crescere fino a raggiungere cifre e risultati di assoluto rilievo.
Vorrei ci fosse un folletto, un qualcuno, un qualcosa che mettesse in forse ciò che tutti diamo per scontato: un nuovo record di partecipazione, un nuovo primato, un nuovo modo di incantare la platea cittadina e molisana. Ciò perché, come dicevo, il rischio di assuefazione (al successo) è quello che più preoccupa.
In tutte le cose. Lascia cadere il dato di imponderabilità che, da qualunque punto di vista lo si consideri, fa in modo che la vita sia sempre più varia e, possibilmente, più bella. M’illudo.
Anche questa edizione sarà perfetta, impareggiabile, densa di perfezione organizzativa e di motivazioni.
A proposito: le motivazioni!
Hanno fatto e continuano a fare grande questa manifestazione podistica. Averla legata di volta in volta ad un tema sociale, economico, culturale è stata una mossa di straordinaria intelligenza perché ha spostato il segno sportivo su un piano parallelo: quello dei sentimenti (sempre) e della ragione (spesso).
Questa edizione accoppia Sport ed Arte: due pilastri della esistenza umana. All’apparenza contrapposti, ma sostanzialmente univoci, perché lo sport allena il corpo e l’arte lo spirito. Il cerchio è chiuso.
E mai come quest’anno gli eventi culturali hanno preceduto, quasi l’avessero fatto apposta, il vero unico evento sportivo dell’anno: la Su e Giù.
Mi riferisco alla vicenda che ha visto un grande artista molisano, lo scultore e pittore Gino Marotta, al centro del dibattito politico ed istituzionale. Dapprima ingaggiato dalla Provincia di Campobasso e poi lasciato cadere. Successivamente ingaggiato e messo in condizione di collaborare dal presidente della Giunta regionale che lo ha chiamato affianco a sé per essere consigliato ed assistito in tutte le manifestazioni dell’Arte che possono avvantaggiare il Molise.
Ne più né meno ciò che con la Su e Giù i fratelli Palladino e la Virtus fanno sul versante sportivo.
E non solo Marotta. Anche Domenico Fratianni, altro pregevole artista molisano, proprio in questi ultimi mesi ha aggiunto un altro riconoscimento alla sua opera che spesso, anzi spessissimo, è sconfinata nella testimonianza e nella rappresentazione del gesto sportivo.
Bastano questi due “accidenti’ ad aggiungere sapore a questa edizione che celebra se stessa e l’Arte. E, non ho dubbi, l’ennesimo successo è di critica e di pubblico. Prosit.
Adalberto Cufari
Palmiscieri Barbara