La “Su & Giù”‘ festeggia nel 2005 la sua trentaduesima edizione. La prima fu nel novembre dei 1974 e rappresentò un’autentica sfida ad un costume sportivo fatto soprattutto di spettatori e di pochi praticanti. Propose uno sport attivo, giocato in prima persona, un’attività, la corsa, che rappresenta il mezzo di locomozione più antico, naturale e salutare.
Da allora, la manifestazione podistica è cresciuta in maniera esponenziale e riesce oggi a convogliare sulle strade di Campobasso quasi 6000 partecipanti, di cui una fetta dalle regioni vicine.
Danno il loro patrocinio alla corsa il Comune e la Provincia di Campobasso e la Regione Molise.
Attesa come una festa comandata, essa rappresenta un vero fenomeno di culto e coinvolge in larghissima misura i ragazzi ed i giovani ma è frequentata anche da adulti ed anziani per i quali è soprattutto l’occasione di una festosa passeggiata ed un ritrovarsi insieme in allegria. Molti dei campioni di cui l’atletica regionale va fiera hanno mosso i primi passi partecipando da piccoli alla gara e poi si sono ritrovati con addosso una passione che li ha portati a risultati incredibili.
Il G.S. Virtus è affiancato nel suo impegno da gruppi ed associazioni di volontariato e da singoli volontari che mettono a disposizione le loro risorse per la buona riuscita della gara.
La “Su & Giù”, in sintonia con lo spirito della società che l’organizza, si è sempre accompagnata a temi sociali, capaci di valorizzare il territorio: la lotta alla droga, il fair play non solo sportivo, la salvaguardia dei verde, la conservazione dei castelli molisani, la resistenza alla violenza, la corretta alimentazione, la rivisitazione degli oratori come luogo di ascolto e d’incontro dei giovani.
L’edizione di quest’anno sarà centrata, attraverso varie iniziative, sulla lotta all’alcolismo, fenomeno assai diffuso, purtroppo, tra i ragazzi.
A livello tecnico la manifestazione è strutturata su due traguardi: il primo posto al km.7,5 ed il secondo al km.15. Il percorso, zeppo di saliscendi, è un duro banco di prova per chi voglia affrontarlo in maniera agonistica.
Il percorso è suggestivo ed intrigante. Attraversa la città nei quartieri sorti di recente e si snoda nei vicoli dei borgo antico e nelle sue affascinanti viuzze. Una gara che prova a mettere insieme le due anime di Campobasso per ricondurre ad unità una identità spesso compromessa da una maldestra attenzione alla cultura ed ai bisogni della gente.
Le premiazioni interessano tutti gli atleti che giungono al traguardo, ai quali va un originale medaglione disegnato da un artista molisano; negli ultimi anni, l’ideatore è stato il grande maestro Domenico Fratianni. Inoltre, viene loro consegnato un pacco gara con prodotti di aziende molisane.
Riconoscimenti speciali sono attribuiti ai portatori di handicap che ricevono doni in argento di un’oreficeria campobassana.
La “Su & Giù” è diventata con gli anni un veicolo promozionale di sicuro impatto e si offre alla pubblicità di prodotti e servizi, reclamizzati in diverse forme: su manifesti e locandine, sul giornale societario, sui pettorali di partenza, sui premi della cerimonia di presentazione alla stampa e alle tivù che seguono da vicino l’evento sportivo con pagine e trasmissioni mirate.
È difficile evitare retorica e banalità, quando si parla di un evento che ormai si è trasformato in una tradizione consolidata. È prova d’intelligenza e del lavoro, anche intellettuale, che c’è nella preparazione della gara, l’abilità degli organizzatori nello scegliere uno slogan che poi, nell’edizione annuale, assurga a tema di fondo, basato sul pensiero speculativo o sull’iniziativa sociale, in grado di rinnovare il feeling con il popolo della Su e giù, richiamando più gente possibile all’appuntamento di Piazza della Vittoria. Della corsa organizzata dalla Virtus, si sa tutto o quasi; per fortuna, si tratta di uno dei rari casi in cui elogi e riconoscimenti di merito sono tali da annullare critiche e poche cattiverie accidiose, che il tempo affievolisce sempre più. Non c’è da meravigliarsi, perché in fondo la Su e giù siamo noi, con i peculiari pregi e difetti che accompagnano la nostra esistenza.
Lo sparo del Sindaco che, dal monumento ai caduti, dà il via alla gara, assurge a metafora dell’attuale società, composta da mille anime colorate, che reclamano spazi e attenzioni. Una sorta di big bang che fa esplodere la diversità che s’era fatta massa e, in seguito, per via delle differenti velocità, porta il corridore, sia pure estemporaneo, a misurarsi sempre meno con gli altri e sempre di più con se stesso. Per ritrovarsi alla fine della prova, di nuovo tutti insieme a bere un the caldo, come le star dell’atletica. La Su e giù siamo noi anche per quel modo speciale e unico che ha nell’ esaltare chi perde, di farlo sentire un protagonista, nonostante il piazzamento finale sia da retroguardia.
La Su e giù siamo noi che, di solito, usiamo la tuta nei giorni di relax. Una volta l’anno, tuttavia la indossiamo per correre. Sbagliato, dicono gli esperti, ma a volte l’importante è partecipare. Se almeno uno tra i cinquemila che prenderanno il via, durante l’anno si trasformerà in un podista, capace di coprire distanze progressivamente maggiori oppure di cambiare il proprio stile di vita, la Su e giù non avrà lanciato solo dei messaggi importanti, ma avrà svolto anche una meritoria funzione sociale. La Su e giù, infine, siamo noi per definizione: con i nostri alti e bassi, di ogni genere, lungo il duro percorso della vita quotidiana.
Cosa si può aggiungere, sulla gara dell’anno? Conosciamo quasi tutto degli aneddoti che l’accompagnano da trentadue anni, degli slanci entusiastici dei ragazzi, della grinta infusa da Palladino e compagnia per risolvere problemi ed imprevisti, della caparbia e pignolesca cura affinché tutto fili liscio. Sappiamo che gli sforzi durano un anno intero, per assicurare a tutti due ore straordinarie di sport allegro e sudato, in una corsa che continua a stupire ed emozionare nel tempo.
L’augurio del cronista è che domani mattina ci sia bel tempo, con il sole in grado di far brillare quel microcosmo in movimento chiamato Su e Giù.
Antonio Campa
La Virtus prepara la XXXII Sue giù. L’evento sarà presentato venerdì alle Terme di Sepino ed il 3 novembre presso la concessionaria Molinaro
di Nicola Palladino
Tempo di pastosi marroni e di mosti che fremono nei tini. Da trentadue anni, anche tempo di Su e giù. L’appuntamento, a Dio piacendo, è fissato per domenica 13 novembre. Con la benedizione della Regione Molise, il Comune e la Provincia di Campobasso. E con qualsiasi tempo!
Mi volgo all’indietro per una riflessione.
Da noi il Sessantotto non c’è mai stato. Solo riflessi sfumati ed echi fiochi di quanto accadde in Italia e soprattutto altrove. Il Molise miope come una talpa, sordo come una campana e statico come un palo della luce fu solo sfiorato da un movimento che processò la società e le sue strutture di potere, rimanendo sostanzialmente distante da quei fermenti e da quei venti di contestazione.
Qualche anno dopo, però, a Campobasso, nel 74, inaspettatamente guadagna la ribalta un sorprendente avvenimento sportivo che, alla lontana, e per qualche aspetto, presenta interessanti analogie con gli eventi appena ricordati. Si accompagna al sogno che lo sport possa essere diverso da quello che è. Che non debba rimanere eternamente ingessato e prigioniero di formule rancide.
Che serva a recuperare un corpo espropriato. Che, il passato, dunque, passi per davvero.
La gente, tantissima, in brache di tela, scende in strada per rispondere, in prima persona, senza deleghe, a quella strana proposta che ribalta catechismi consolidati: da guardoni domenicali trasformarsi in protagonisti attivi, esorcizzare la disperazione e le ruggini agonistiche attraverso il gioco, abolire classifiche e graduatorie premiando indistintamente quelli che partecipano alla gara.
La Su e Giù fu un rasoio che separò il passato dal futuro.
Fu, in fondo, il tentativo di ridisegnare la grammatica sportiva e le sue regole. Di abbattere gli steccati che fino ad allora avevano sempre impedito ai più poveri di muscoli e di talento di partecipare; di incoraggiare le ragazze a diventare cittadine di un universo quasi sconosciuto e di spalancare i portoni ad una pratica che includeva anche gli anziani e i portatori di handicap. Insomma, una rivoluzione dove si andava affermando il diritto di ognuno di poter dire anche in quel campo la sua e a modo suo. E si scoprì anche che lo sport consentiva di accorgersi dell’altro ed era capace di mettere buon umore.
Fu una provocazione ed un successo senza precedenti. La risposta attesa ad una domanda mai posta ma che in molti si portavano dentro, con ingiustificato pudore. Una liberazione. Un ribaltamento di valori ed un cambiamento di posizioni che hanno lasciato il segno nel costume sportivo della Regione. Una gioiosa pandemia di atteggiamenti virtuosi.
La Su e giù era rock, lo sport molisano lento.
Con il tempo la manifestazione è cresciuta, fino a portare sulla linea di partenza quasi seimila persone e, soprattutto, ad uno stile di vita abituato alla pratica giornaliera che ha portato soltanto allegria e benessere.
La edizione del 2005 si annuncia piena di suggestioni. A partire dal tema conduttore: la corsa che inebria. Lo sport che spezza la routine del quotidiano e dà emozioni autentiche e profonde, che fa giocare con la vita e riscoprire le dimensioni nostalgiche e favolistiche dell’infanzia, che fa gustare atmosfere e sapori che accarezzano il cuore e liberano il cervello. Lo sport che dà l’ebbrezza. Su questo motivo ispiratore è nato anche il progetto di somministrare nelle terze medie delle
Scuole di Campobasso e dintorni un questionario per analizzare il rapporto dei ragazzi con l’alcol.
I presidi hanno accolto l’iniziativa con molta attenzione e disponibilità. Potranno, se vorranno servirsi dei dati che scaturiranno dall’indagine per avere una fotografia del fenomeno ed eventualmente farne oggetto di studio.
A prima vista la cosa è sembrata alquanto stramba, ma così non è.
In Italia il primo bicchiere si consuma mediamente a 11 anni e mezzo, in Europa a 14 anni e mezzo. Nel Molise, quando? E quanto può giovare lo sport nell’educare anche al bere e trovarvi misura e armonia? E fare sport significa rinunciare a gustare i piaceri della vita in tutte le sue sfaccettature? Non è forse l’ebbrezza una condizione da ricercare e coltivare sempre per dare senso alle cose che facciamo?
Il maestro Domenico Fratianni, con la sensibilità e la leggerezza dell’artista, ha ideato una medaglia straordinaria che si collega mirabilmente al leit motiv della manifestazione. Il premio, un pezzo da collezione, andrà a tutti gli iscritti che taglieranno uno dei due traguardi che tradizionalmente sono posti al settimo chilometro e al chilometro 14,700. Doni in natura saranno offerti alle iscrizioni da aziende che operano sul nostro territorio.
Il percorso ricalcherà quello assai bello ed impegnativo delle ultime edizioni e toccherà i luoghi della memoria e dell’anima campobassana. I luoghi che ancora resistono ai guasti della modernità: dove si comunica da un balcone all’altro, dove si è ancora ‘paese’, dove è più facile riconoscersi, avere contatti e sentirsi meno soli.
Lungo la strada band musicali giovanili faranno festa alla corsa e addolciranno la stanchezza dei podisti. I punti di ristoro previsti sul tragitto offriranno ai runners acqua e the. Due i testimoni speciali della Su e Giù: la campionessa d’Europa Adelina de Soccio, un mito ormai e non solo nel Molise, e Stefano Ciallella, tra i più grandi atleti che lo sport regionale ha mai annoverato nelle proprie fila. Saranno della gara e si mischieranno alle migliaia di podisti che invaderanno piazze e vie per vivere una giornata di suoni e colori. Molti, come ogni anno, saranno gli ospiti di fuori Regione che a centinaia abitualmente partecipano all’evento perché affascinati dalle atmosfere intriganti che la manifestazione propone.
La Su e giù continua ad essere rock e lo sport molisano un po’ meno lento.
Intanto, due date dominano l’agenda: venerdì 28 ottobre, alle ore 16,00, conferenza stampa nello stabilimento dell’Azienda Terme di Sepino s.p.a., mentre Giovedì 3 novembre, ore 18,00, convegno e cerimonia di presentazione presso il salone della concessionaria F.I.A.T. Molinaro.
Il conto alla rovescia è cominciato: – 18 all’alba! E poi, si andrà. Col cuore in festa.