39^ Su e Giù - 2012

2012 – L’animo non é disabile

“L’animo non è disabile!”.
Lo disse un giorno mio zio e, da allora, mi è rimasta dentro stampata, indelebile. E ricorre nella mia mente specialmente in occasione della Su e Giù quando, sulla linea di partenza, si accomunano campioni, bambini, anziani e disabili. Differenti per forza, motivazioni ed impegno profusi, hanno tutti la stessa voglia di divertirsi, mettersi in gioco e confrontarsi, soprattutto con se stessi.
Ma ciò che più stupisce e coinvolge è l’atmosfera di serenità che aleggia tra i partecipanti e quella voglia di sorridersi e di tenersi in un unico irrefrenabile abbraccio, come succedeva una volta quando le famiglie, in quelle rare giornate di festa, si riunivano per dare senso, serenità ed identità al gruppo. Già questo sarebbe sufficiente per ripagare l’impegno profuso dalla Virtus nell’organizzare questa incredibile festa di sport, questa surreale esplosione di sorrisi.
E proprio al sorriso è dedicata la 39^ edizione della Su e Giù. Quel sorriso che sempre più di rado si disegna sul volto della gente e quasi mai su quello di chi vive la quotidiana difficoltà dell’immobilità, della incomunicabilità, della solitudine.
La speranza, senz’altro ambiziosa, che la Virtus ha coltivato nello scegliere il tema conduttore della gara è di riuscire a scuotere e stimolare le opportune sensibilità di condivisione e sostegno verso chi patisce un perpetuo handicap.
Un semplice sorriso, un po’ di disponibilità ed un pizzico di tolleranza rappresenterebbero il dono più bello e forse la cura più efficace per alleggerire tali condizioni ed alleviarne la pena.
Sarebbe opportuno predisporre, altresì, le condizioni, strutturali e strumentali, che rendano possibile la vivibilità di spazi e ambienti comuni; creare momenti di quotidiana aggregazione; educare i giovani alla tolleranza ed all’accettazione.
Ecco allora la Su e Giù. Ecco perché è importante viverne tante, una al giorno. Convincersi che è possibile condividere, in migliaia, ambienti piccolissimi, senza scalzarsi, abbracciandosi con un sorriso. Confucio sosteneva che chi desidera procurare il bene altrui ha già assicurato il proprio.
Tutti insieme, quindi, l’11 novembre alla trentanovesima Su e Giù, ancora una volta patrocinata dal Comune di Campobasso, dalla Provincia di Campobasso e dall’Assessorato allo Sport della Regione Molise, per regalare testimonianze di affetto e sostenere, almeno in quel giorno, l’animo di chi ci capiterà a fianco.

Laura Palladino

 
 
 
 

2012 – Come le farfalle

Quando l’aroma di vino novello riempie le narici ed il dorato delle foglie tappezza i prati e quando alberi e rocce si ammantano del fresco vellutato muschio, nel cuore ribolliscono tenere sensazioni nostalgiche. E’ quando il sole dei poverelli, che facendo capolino tra le veloci e capricciose nuvole che impiastricciano il cielo, scioglie la brina ed intiepidisce il giorno, che si avverte la voglia di volare.
Sarà un gabbiano di montagna, quest’anno, ad accendere gli entusiasmi ed a scioglierci le ali.
Quello stesso gabbiano, simbolo di serenità, gioia di vivere e voglia di spazi liberi che oggi volteggia sulle piste e le pedane del campo di atletica leggera “Nicola Palladino”, solcherà i cieli del Molise per spazzare, come il vento di ponente, forte e rigenerante, apatie e frustrazioni e richiamare e convogliare tutti alla più incredibile festa di sport, all’epifania del sorriso.
Il gabbiano, e con lui i suoi atleti, saranno i testimonial della disponibilità, della solidarietà, della partecipazione. Coinvolgeranno nonni e bambini, uomini e donne, podisti e sedentari, ma soprattutto chi ha più bisogno di normalità, quelli che quotidianamente si compromettono in una società fatta per altri, costretti a chiedere e non poter ripagare. Quelli che dipendono sempre, eternamente ospiti a casa propria.
E la trentanovesima Su e Giù, quella del sorriso, proprio a loro è dedicata.
Come le farfalle che amano circondarsi di luce, essi cercano quel raggio di sole che si affaccia alle loro finestre isolate. Liberiamoli. Illuminiamoli con i nostri sorrisi. Abbracciamoli, facciamoli sentire quali essi sono, protagonisti e non comparse. Ringraziamoli della loro pazienza. Scusiamoci del nostro egoismo. Dismettiamo questa maschera di conformismo che, con termini sempre più ovattati di ipocrisia come disabile, diversamente abile, disagiato pretende di celare o alleggerire il nostro debito ed il loro handicap. Non sono le parole che dobbiamo dispensare, ma fatti, esempi, testimonianze. Accompagnamoli, allora, nella quotidiana su e giù! Rendiamoli partecipi dei nostri privilegi! Chiediamoci che cosa vedono quando chiudono gli occhi e quali sono i sogni che inseguono nella notte! Forse… un sorriso, semplicemente.
L’undici novembre prenderà il via la Su e Giù
2012. E, mentre il vento mescolerà le emozioni e gli schiamazzi dei bambini, il gabbiano indicherà un percorso privo di barriere ed illuminato da migliaia di scintille. Sarà pieno di bachi e poi di farfalle. Sarà l’opportunità per scrollarci di dosso l’indifferenza, organizzare la speranza, sostenerla e, tutti insieme, soffiare per regalare l’ebbrezza del volo.
Ci ripagheranno, ancora una volta, con un sorriso, semplicemente.
Roberto Palladino
 
 
 

2012 – Il turbinio dei sorrisi

Ed improvvisamente le bandiere si sono spiegate mentre le transenne hanno cominciato a vibrare ed il gazebo ha provato a staccarsi da terra. Tutto è avvenuto quando i battistrada hanno messo piede sul campo di atletica leggera “Nicola Palladino”
E’ così che l’anima e l’ideatore di questa fantastica favola di sport ha inteso salutare la trentanovesima edizione della Su e Giù, quella del sorriso, dell’abbraccio. L’edizione che ha fatto segnare il nuovo record di partecipazione. L’edizione che ha sancito la supremazia dell’entusiasmo e dell’ottimismo.
Quelle centinaia di palloncini, liberati alla partenza dai disabili e dai ragazzi della Virtus, sono riusciti non solo a superare la cortina di fumo che avvolgeva i partecipanti, ma anche ad illuminare i volti di chi ha ben pochi motivi ed occasioni per sorridere. Per la prima volta in migliaia hanno fatto da cornice e stretto, in un simbolico e commosso abbraccio, chi consuma le proprie giornate in solitudine ed affida all’immaginazione una vita serena e spensierata.
E così, in un battito di ciglia, al ritmo di una fibrillazione emotiva alimentata dalle note della splendida canzone di Modugno, “La lontananza”, si è consumato il passaggio sul primo tratto del percorso.
Neanche il tempo di metabolizzare il momento, che ci si è trovati sulla pista rossa di Campobasso dove il gabbiano, in attesa sulla grande roccia d’ingresso, ha accolto tutti con eleganza e semplicità ed invitato ognuno a provare l’ebbrezza del soffice calpestio su quell’impianto che tanti campioni ha ospitato.
Poi verso la Foce. Un tappeto di foglie che si sono arrese alla stagione autunnale, ha disegnato il passaggio in uno dei luoghi più amati, meta di giovani amanti e di allegre e chiassose compagnie, ed indirizzato i partecipanti verso il cuore antico della città.
Ai piedi della scalinata d’ingresso, le forti braccia degli atleti virtusini hanno compiuto l’ennesimo miracolo: hanno messo le ali alle carrozzine e regalato la sensazione del volo a chi forse mai ha avvertito la carezza del vento fra i capelli. Ed il borgo antico è esploso in un turbinio di note, canti, schiamazzi, colori, … sorrisi. Via S. Antonio Abate, piazza dell’Olmo, Fondaco della farina, piazzetta Palombo, porta S. Antonio Abate, porta Nuova, porta Mancina, porta San Paolo, porta S. Leonardo, dismessi i panni di una quotidiana riservatezza, hanno vestito quelli della festa, delle occasioni importanti ed accolto con entusiasmo e simpatia la coinvolgente e chiassosa fiumana.
Ed infine, l’imponente statua di San Giorgio, solo da poche settimane a sovrastare la piazza centrale di Campobasso, adornata con la bandiera della Virtus, ha festeggiato ed indirizzato al traguardo ognuno dei partecipanti.
Un evento da incorniciare e da posizionare nella bacheca dei ricordi più belli; una edizione, patrocinata dal Comune e dalla Provincia di Campobasso e dall’Assessorato allo Sport della Regione Molise, che resterà nel cuore di chi l’ha partecipata; una Su e Giù che è riuscita a trasmettere emozioni forti e ad unire in un unico abbraccio migliaia di volti.
Roberto Palladino
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