36^ Su e Giù - 2009

2009 – Il volo degli angeli

IL VOLO DEGLI ANGELI
Se un giorno vi dovesse capitare di incontrare tra i cipressi, che abbracciano croci e fogli di marmo di un luogo santo, un nugolo di atleti, sappiate che sono quelli gli angeli che hanno ravvivato i giorni di un sognatore, che hanno ispirato un poeta e dato forza e concretezza ai suoi ideali.
Sono quelli gli angeli a cui Nicola ha disegnato le ali perché potessero un giorno volare da soli e farsi messaggeri di valori e stili di vita esemplari. Testimoni e modelli da imitare.
E li incontrerete “… sempre e ovunque dove voi siete”, anche nelle giornate più uggiose, a ricordarvi che non sempre c’è caldo e luce ma che potranno anche esserci giorni bui, freddi, tristi.
Giorni come quelli da lui trascorsi al tenue alone giallognolo del pigro lampione “dei pini”, in una coltre di bruma e nevischio che lasciava appena intravedere le sagome bagnate e sgualcite dei suoi atleti. Accartocciato e avvolto in panni intirizziti dal gelo, riscaldarsi al solo immaginare il candore dei loro sorrisi e la luminosità dei loro volti.
Sono quelli gli angeli che incontrerete e che vi accompagneranno, domenica 14 novembre, alla Su e Giù. Avranno lo stesso sorriso e la stessa serenità. Percorreranno con voi l’intero tragitto verso l’unico traguardo posto al chilometro 7,800. Appenderanno anch’essi con orgoglio al collo lo splendido medaglione disegnato, per l’occasione, dall’ impareggiabile artista Domenico Fratianni che, come lui stesso ha sottolineato, “ho dipinto Nicola nel pieno del suo vigore fisico, a petto nudo, novello predicatore di francescana memoria, con le braccia in alto, quasi a toccare il cielo stellato, attorniato da due angeli accompagnatori svettanti sulla pista di atletica che porterà, ora e per sempre, il suo nome”.
Sono gli stessi angeli che si sono incontrati per mille e mille sere per raccontarsi assieme la nuova favola, che avranno disegnato nottetempo il percorso, rimosso gli ostacoli e confezionato, con amore, il ricco pacco gara con prodotti di aziende molisane.
Non meravigliatevi dei loro occhi chiari, del loro portamento semplice nonostante gli innumerevoli riconoscimenti nazionali e persino internazionali, della loro disponibilità. Anch’essi hanno cominciato con la Su e Giù, condotti per mano da altri angeli, sospinti dallo stesso irrefrenabile entusiasmo coinvolgente e dalla voglia di condividere un’esperienza unica, irripetibile.
Nicola, l’anima ideatrice di questo sogno, aveva avuto la stessa visione di Icaro: volare.
Volare con la fantasia al di là delle più becere ed ottuse intransigenze culturali e sociali. Solcare le montagne dei pregiudizi, tracciare i sentieri della partecipazione, della solidarietà, della transigenza.
Si può volare solo se si ha il coraggio di osare, di riconoscersi bambini, di credere fermamente. E allora di cosa vi meravigliate se, imbattendovi in questi angeli, percepirete la trasparenza dei loro sguardi e la pacatezza del loro sorriso?
Laggiù, tra quei cipressi, essi sanno di poter contare su quel volto sereno, rassicurante e sempre più in grado di suscitare entusiasmo e motivazioni sufficienti a stimolare le ali della fantasia e trasmettere la forza dei sogni.

Roberto Palladino

 
 
 
 
 

2009 – Vola solo chi osa farlo

Il poeta, dalla sua posizione cerca di trapassare
con lo sguardo la fitta coltre di nebbia che avvolge, come una coperta calda nelle notti di inverno, il corpo nudo della città di Campobasso in una fredda mattinata di novembre.
Poco più in basso una piccola gabbianella, accovacciata sul cornicione di un vecchio palazzo, scuote freneticamente le ali ancora immacolate, cercando di asciugarle dalle mille goccioline di rugiada che hanno inzuppato le candide piume.
Il poeta placidamente aspetta: fiducioso che, come ogni anno, la magia si rinnovi, e che la sua antica intuizione si realizzi di nuovo.
Uno sparo infrange il silenzio surreale.
In un attimo l’aria si riempie di voci, di grida e risate; migliaia di piedi schiaffeggiano il suolo infischiandosene del ritmo.
Sono gli angeli della Su e Giù, gli interpreti della gara per eccellenza; sono i protagonisti di un’idea partorita tanto tempo fa, ma che rinasce ogni anno, in una uggiosa domenica di Novembre; sono la prova provata del superamento di una sfida lanciata con la sfrontatezza e l’entusiasmo da un gruppo di ragazzi, poco più che ventenni, innamorati della propria città; sono la Città stessa e la città, quel giorno, appartiene a loro.
Dall’alto il poeta si gode lo spettacolo della vita, è con loro, è in loro, sorride!
Nel frattempo la gabbianella si avvicina lentamente al bordo, i suoi passi sono cortissimi, quasi trascina le zampe, timorosa che da un momento all’altro l’appoggio possa sfuggirle da sotto.
In quel momento è sfrontata, entusiasta ed innamorata della vita, anche lei. Un attimo ancora per godersi l’attesa dell’imminente impresa, per tendere al massimo la corda dell’arco che la scoccherà alla vita, e via!
La gravità la tira verso terra, sempre più giù sempre più veloce; sfiora le teste dei bambini, corregge la traiettoria con un istintivo colpo d’ali, e di nuovo su, nel cielo che intanto si è svestito del suo manto grigio per illuminare la scena: la città è invasa da un fiume, ma non è acqua quella che scorre; sono invece migliaia di vite solitarie che diventano un unico corpo, come le singole gocce di un torrente in piena.
Ognuno porta dentro di sé le ansie, le gioie, le soddisfazioni ed i dolori di una vita da prendere cosi com’è bella o brutta che sia, e da affrontare con il coraggio, la forza e quel briciolo di pazzia che fanno andare avanti anche quando tutto tira contro.
Il poeta questo lo sa e lo ha insegnato a tutti i ragazzi che lo hanno incontrato, a tutte le persone che hanno incrociato i propri passi con le sue parole, con i suoi gesti, con le sue azioni, a tutti gli occhi che hanno, anche solo per un attimo, condiviso il calore del suo sguardo.
Tutto è possibile, basta avere il coraggio di osare, e se anche questo non dovesse bastare pazienza!, l’importante è provare, è potersi sentire moderni Icaro, anche solo per un giorno.
Mentre le anime della Su e giù continuano a passare, di corsa o di passo, gli tornano in mente le parole, lette tanti anni prima, di uno scrittore visionario e sognatore, che dicevano più o meno così: “Vola solo chi osa farlo”, e
Nicola lo sa, è proprio così.

 

Francesco Palladino

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