1978 – Più di mille alla quinta edizione della “Su é Giu”
In archivio la quinta “Su e Giù? millequaranta i partecipanti, che non hanno mancato di proporre folclore, simpatia alle numerose persone dislocate ai bordi del percorso la classifica in secondo piano, tutti hanno affermato la validità della manifestazione non competitiva.
Vedendoli da lontano per un attimo abbiamo visto… il Romagnoli, li tutti assiepati alla partenza, disegnavano quasi pedissequamente una tribuna o una curva del vetusto stadio cittadino. Ma il calcio non era in programma e, le millequaranta anime, arginate a fatica dai marciapiedi del corso principale, erano convenute per portare al traguardo i cartellini a matrice “5a Su e Giù”
Durante la settimana, spesso ci era capitato di sentire un »tu partecipi alla Su e Giù?”. Segno, evidente, di una certa attesa, definibile occasionalmente ansiosa, studiata, scherzosa, pacata.
Ci ha fatto piacere ammirare delle famiglie in tuta o equipaggiate estemporaneamente per il moto occasionale, che come numero erano in grado… di abitare diverse palazzine.
Abbiamo appreso, anche, che nei giorni di vigilia, hanno consumato
percorsi improvvisati per prepararsi alla manifestazione. Ciò è molto bello e… curioso per qualcuno, ma siamo contenti e soprattutto sicuri che con la sempre maggiore partecipazione di nuclei familiari nei prossimi anni la curiosità non esisterà più, anzi la “non partecipazione” sarà formulata come un’eccezione. Naturalmente non sono mancate le note di folclore e, nell’abbigliamento si sono distinti i più sofisticati (divise stirate con colori accoppiati) e più semplici (con un calzoncino e una
maglietta qualsiasi).
II premio simpatia è andato ad un signore che ha sfilato per il circuito con una carrozza dipinta rossoblu, colori assurti a simbolo della città, e un cartello con la scritta “W Su e Giù”, una testimonianza del connubio “Su e Giù” città che si è creato e che con il tempo va consolidandosi.
Comunque, abbiamo constatato con piacere che la manifestazione ha superato il limite molisano, acquistando l’etichetta “interregionale” per merito di gruppi che per percorrere la nostra città sono venuti da Sulmona e Pescara. Il grande entusiasmo
destato dalla gara non competitiva si misurava lungo il percorso, la gente che faceva cordone ai lati delle strade era innumerevole e rumorosa. Addirittura, è stata fatta la radiocronaca della manifestazione, chissà, forse le papille dei calciofili stanno assaporando anche emozioni da “Su e Giù”.
Nessun reclamo è stato sporto, vuoi perché lo spirito della manifestazione non lo
preventivava minimamente, vuoi, però, per l’efficientissima organizzazione predisposta dal G.S. Virtus.
Spulciando l’anagrafe della Su e Giù abbiamo appuntato la data del più anziano, nato nel 1902, della più anziana, nata nel 1910. Due anni aveva il più giovane, la più piccola quarantacinque giorni.
I primi classificati sono nell’ordine:
Perna, Amorosa, Palladino; per le donne Vitale Franca.
Abbiamo volutamente scritto in maniera stringata della classifica a nostro avviso, infatti, hanno vinto in egual misura il G.S. Virtus e tutti i partecipanti.
Claudio Struzzolino
1978 – Su e giù per la città
Quinta edizione
In cantiere la quinta edizione della “Su e giù per la città?”
Quest’anno, l’appuntamento è per il 19 novembre
Ad ogni partecipante un mini trofeo raffigurante un atleta
Al G.S. Virtus di Campobasso è in cantiere la quinta edizione della “Su
e giù”, manifestazione podistica non competitiva, che ha raccolto vasti consensi nelle scorse edizioni e che l’anno passato vide alla partenza oltre un migliaio di partecipanti. Che cos’è la “Su e giù?” Ormai lo sanno tutti: è una festa sportiva aperta a tutti coloro i quali desiderano vivere una giornata “dimensione uomo”. Si tratta, indubbiamente, della “gara” più singolare fra quelle che si realizzano nel Molise ed appartiene ormai alla tradizione ed al costume sportivo di Campobasso. L’occasione è ghiotta per chi voglia, finalmente, avvicinarsi allo sport attivo e non seduto, per chi furtivamente ha voglia di mischiarsi alla folla e passeggiare senza cliché sociale, comportamenti obbligati, per chi, atleta, voglia rimuovere la lotta antica con se stesso e con gli avversari.
“Lo sport inteso come diritto per tutti, lo sport a misura di Ogni protagonista”.
La Virtus da anni si è fatta vessillifera di questo nuovo modo di vivere l’attività sportiva, che mira alla conquista della efficienza fisica, della “salute dinamica”.
Non, cioè, la semplice immunità dalle malattie o la preservazione dai difetti fisici, non la salute come mera alternativa alla fase patologica, ma come salute che assicuri un elevato grado di efficienza, che consente all’individui di svilupparsi e di trarre il massimo rendimento dalle sue risorse naturali.
Bisogna rendere merito alla Virtus che con questa e con tante altre iniziative, ha contribuito alla promozione sportiva di una regione, il Molise, che anche nella dimensione sportiva mostrava i segni di un abbandono e di un intiacchimento pericolosi. Oggi le cose, un po’ anche per merito dei ragazzi della Virtus, stanno cambiando. Iniziati, dunque, i preparativi e gli allenamenti, i ragazzi e le ragazze del G. S. Virtus ce la stanno mettendo tutta per una buona riuscita della manifestazione
e informiamo che ad ogni partecipante alla quinta “Su e giù” verrà consegnato come ricordo un mini trofeo raffigurante un atleta, un simpatico ricordo, che sperano risulterà gradito.
Noi non possiamo fare altro che i migliori auguri alla Virtus ed invitarvi a partecipare alla “Su e giù” il 19 novembre p.v.
1978 – I veri paradisi sono quelli perduti
La Su e giù, nacque come una sfida lanciata al cuore di una città pigra, indolente, che parcheggiava per intere giornate lungo il corso o sui gradoni del Romagnoli.
Fu una provocazione che cercava una risposta impietosa: la recuperabilità o meno della gente per uno sport vivo, partecipato in prima persona, la sua disponibilità o l’ostinazione refrattaria a qualsiasi sollecitazione che non fosse quella dello…spettatore. Fu una sorte di sasso gettato in un pozzo, per vedere, come fanno spesso i ragazzini, quanto fosse profonda l’acqua. E la “Su e giù” cadde fra la gente con tonfo pesante e devastante per avvertire che la proposta di uno sport vissuto da protagonista aveva raccolto consensi e destato entusiasmi incredibili. Erano in settecento i partecipanti alla prima edizione. Quella mattina di cinque anni fa, la città vecchia fu svegliata, riscoperta e travolta da un torrente variegato di voci, di grida, di allegria. Fu a suo modo una vibrante contestazione, una palese manifestazione di protesta. A ben vedere la cosa, essa apparve l’esplosione di antichi desideri mai realizzati, di una richiesta taciuta che mai nessuno però aveva saputo indovinare. Era stato il singolare rimprovero verso chi aveva da sempre propinato solo sport come spettacolo, condannando all’emarginazione chi non sapeva dare all’attività agonistica lustrini e medaglie.
Ora siamo alla quinta “Su e giù” e la sfida continua. Anzi diviene più feroce. “I veri paradisi sono quelli perduti” scrisse Proust. La natura, la gioia di muoversi, lo sfizio di inventare, la voglia di giocare, l’istinto di creare, la ricerca di spazi più umani e più personali… tutto ci sta slittando sotto i piedi o ci sfugge dalle mani. Prima di diventare “paradisi”, queste realtà sono ancora palpabili, perenni, possibili e concrete; possiamo ancora viverle, sentirle nostre, perpetuarle riappropriandocene senza doverle ricordare con nostalgia. La “Su e giù” è anche un tentativo per tale presa di coscienza, è anche un invito a riflettere, a sorvegliare, a sollecitare. Il suo valore, anzi, è tutto qui, e noi ci crediamo.