6^ Su e Giù - 1979

1979 – Dentro la VI Su e Giù

Sembrava proprio che Giove non potesse placare la sua veemente ira su di noi, poveri terrestri, allorquando la sera della vigilia della “Su e Giù” ogni tipo di perturbazione meteorologica avvolgeva la nostra città. I dirigenti della Virtus, organizzatori della “Su e Giù”‘, Nicola Palladino, Elio Palladino, Mario Farinaccio, Concetta Palladino, Franco Passarella, il presidente Aniello Iaccarino e altri guardavano al cielo vanamente osannando Giove che per tutta risposta scaricava tremende raffiche di pioggia. Così tutti la sera del 17 novembre andarono a dormire col pensiero che l’indomani la “Su e Giù” per la città avrebbe cambiato fisionomia tanto da divenire “Su e Giù” per… le pozzanghere.
 
Ma la mattina del grande evento Giove, forse pentito, concede la grazia, squarcia il cielo terso e dipinge una giornata di pittoresco sole farcita di un cielo azzurro, di conseguenza aumenta il numero dei partecipanti vengono da Chieti, Benevento, Pescara, Termoli invogliati dal bel sole. Si presentano circa in mille alla partenza, dove il sindaco Ruta e l’assessore allo sport Libertucci danno il via alla corsa con un colpo di pistola.
 
Preceduta da tre macchine la marcia di gente di ogni età comincia finalmente l’affascinante odissea. Via via l’incalzante ondata di gente si distribuisce equamente quasi su tutto il percorso. Molti sono i bambini, molti i papà, molte le mamme, molti i giovani, c’è anche qualche nonno. Non mancano i neonati nè i cani. Interessante è scorgere sui volti di tutti la stessa (o quasi) fatica. Eccoli che a correre in mezzo alla strada sono tutti uguali tutti con le scarpette calpestare un asfalto troppo spesso visto dai finestrini di una comoda macchina.
 
Tutti in mezzo ad una strada a misurare la propria forza fisica e di volontà. C’è anche qualche romantico che, tenendo a braccetto la moglie, copre il tragitto passeggiando tranquillamente all’ombra dei palazzi e degli alberi.
 
Gli spettatori seguono invidiosi la corsa. “Mi fossi iscritto” pensano. Verso la fine della gara c’è qualche accenno di pioggia, ma ormai è fatta: la forza della “Su e Giù” è inarrestabile; i corridori, poco alla volta, concludono la propria entusiasmante fatica accolti da un meritato premio e da un eccezionale pubblico all’altezza dell’imponente palazzo municipale, sono tutti molto stanchi ma, ripensarci meglio, rifarebbero senz’altro la corsa, il fascino della “Su e Giù” è immenso e coinvolge tutti. Ora si dovrà aspettare un altro lunghissimo anno, per la 7° “Su e Giù” ma tutti si consolano dicendo “Ci sarò ancora una volta”.
 
Umberto Lozzi
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